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Ti è mai capitato di iniziare un percorso in palestra pieno di entusiasmo, parlare solo di allenamento anche ai pranzi in famiglia… e poi dopo poche settimane mollare tutto?
Se sì, sei in ottima compagnia.
In questo articolo voglio raccontarti, grazie alla mia esperienza da personal trainer e da quella dei miei clienti, quali sono i blocchi più comuni che ostacolano i percorsi di allenamento e soprattutto come superarli.
Puoi ascoltare il diciassettesimo episodio del mio podcast per approfondire questo argomento: 👉🏻🔗
https://spotifycreators-web.app.link/e/hZVQ79XLrTb
oppure puoi leggere l’articolo.

1. L’eccessivo entusiasmo iniziale
Sembra strano, ma uno dei problemi principali è partire troppo carichi.
- “Vado in palestra tutti i giorni, anche due ore!”
- “Faccio ogni macchina della sala pesi e poi pure tapis roulant per sicurezza”
- “Dai, meglio troppo che troppo poco!”
Il problema è che questo approccio brucia presto le energie. Dopo poche settimane rischi di sentirti stanco, frustrato e… mollare tutto.
La soluzione?
...Gradualità.
Come quando conosci una persona: non puoi chiederle di sposarti dopo una settimana. Così anche col fitness, ci si innamora poco a poco.
All’inizio anche io facevo questo errore: andavo in palestra perfettamente equipaggiato, cuffie, borraccia, borsone… e poi spingevo troppo. Dopo qualche settimana ero più stanco che motivato.
Parti da poco: secondo l’OMS è sufficiente iniziare con 2 allenamenti a settimana da un’ora, con esercizi semplici e mirati.
Sì, proprio quelli base che non fanno views su Instagram, ma fanno risultati nella vita reale.

2. Aspettative irrealistiche (mannaggia ai social…)
Viviamo circondati da corpi scolpiti, addominali perfetti e trasformazioni da film. Ma quanto sono vere? Spesso non conosciamo:
- se quella persona prende farmaci (doping);
- da quanto tempo si allena;
- che stile di vita ha;
- o semplicemente… se la foto è reale.
Il rischio?
Dopo un mese ti guardi allo specchio e ti chiedi: “Perché io non ho ancora la pancetta?”. E inizi a pensare che non funziona, che non sei portato, che non ce la farai.
La soluzione?
Imposta obiettivi piccoli e realistici, ancora meglio se SMART (puoi approfondire qui: https://www.andreamatteis.it/cosa-fare-quando-manca-la-voglia-di-allenarsi/)
E soprattutto: guarda tutti i tuoi progressi, non solo il peso.
Una cliente dopo un mese e mezzo mi ha detto: “Andrea, non ho perso neanche un chilo!”. Riguardando le circonferenze corporee e analizzato la situazione, abbiamo notato che:
- aveva perso centimetri su girovita, interno coscia e braccia;
- era più forte, sollevava più carichi;
- dormiva meglio;
- riusciva a salire 2 piani senza fiatone.
Aveva perso grasso senza perdere peso (meno grasso, più massa magra).

3. Peso bloccato
Questo blocco è strettamente collegato al precedente.
Allenarsi non basta. Serve anche:
- una alimentazione equilibrata, basata sulle Linee guida del CREA (approfondisci qui: https://www.andreamatteis.it/rimettersi-in-forma-dopo-le-feste-secondo-la-scienza/)
- a volte il supporto di uno psicologo, se il legame col cibo è complesso
Quasi tutti sappiamo “cosa dovremmo mangiare”… il difficile è farlo davvero, ogni giorno.
Se vuoi perdere peso in modo sano e sostenibile, il miglior consiglio è: fatti seguire da professionisti.

4. Errata tecnica degli esercizi
La tecnica negli esercizi è fondamentale. Eppure molti la sottovalutano.
Fare un esercizio male può portare a:
- zero risultati;
- dolori e infortuni anche gravi (ernie, strappi, ecc);
- frustrazione.
Hai presente quando ti blocchi la schiena solo per apparecchiare la tavola per il cenone di Natale? Figurati facendo squat o stacchi col bilanciere…
La soluzione?
Imparare bene da subito.
Come quando impari a sciare: se non sai frenare, non arrivi intero in fondo alla pista (tratto da una storia vera…ad Entraque…che dolore.)
Un personal trainer ha proprio questo compito: insegnarti, renderti autonomo rispettando i tuoi tempi di apprendimento.

5. Pretendere troppo da se stessi
Questo è il blocco più insidioso.
Capita di dimenticarsi i nomi degli esercizi, sbagliare la respirazione, sentirsi goffi. E pensare: “La palestra non fa per me”.
Anche io all’inizio mi sentivo così. Guardavo gli altri e sembrava facessero tutto meglio. Oggi faccio il Personal Trainer autonomo e a tempo pieno.
Ricorda:
- ognuno ha i suoi tempi
- non sei inadeguato se sbagli
- imparare richiede ripetizione, tempo e pazienza
Come a scuola con le poesie: c’era chi le imparava al volo, chi doveva ripeterle dieci volte (come il sottoscritto).
Una mia cliente, dopo un anno e mezzo di allenamento, ancora oggi viene ogni due settimane per ripassare la tecnica. E va benissimo così!

Conclusioni
Chiudiamo con 4 caratteristiche fondamentali per costruire un percorso duraturo.
1. Scientificità
Segui solo indicazioni basate su fonti attendibili:
- OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
- ACSM (American College of Sports Medicine)
- CREA (Centro di ricerca alimenti e nutrizione)
- AIRC (Fondazione ricerca sul cancro)
2. Gradualità
Ognuno ha una storia, uno stile di vita, un livello iniziale. Servono programmi personalizzati.
3. Lavoro in TEAM
Trainer, nutrizionista, psicologo, fisioterapista, osteopata… l’unione fa la forza.
Nessuno è esperto in tutto. Fare da soli fa perdere tempo e può fare danni. (Io ne ho fatti parecchi: li racconto in un altro episodio).
4. Sostenibilità
Non puntare a essere perfetto: punta a essere costante.
Tutti abbiamo impegni, famiglia, lavoro. L’obiettivo non è fare il 100% ogni giorno, ma essere attivi per tutta la vita.
Dott. Andrea Matteis – Chinesiologo Personal Trainer – Castelnuovo Don Bosco – Chieri – A domicilio
Bibliografia
CREA – Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione. (2018). Linee guida per una sana alimentazione. CREA. https://www.crea.gov.it/web/alimenti-e-nutrizione/-/linee-guida-per-una-sana-alimentazione-2018
World Health Organization. (2015). Guideline: Sugars intake for adults and children. WHO Press. https://www.who.int/publications/i/item/9789241549028
American College of Sports Medicine. (2021). ACSM’s Guidelines for Exercise Testing and Prescription (11th ed.). Wolters Kluwer.
Anni di errori.